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Channel: clochard – La città nuova
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Le storie dei Senzatetto di Milano a teatro

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“È facile diventare un senzatetto, basta perdere il lavoro, in un attimo non puoi più pagare le bollette, l’affitto e ti trovi in mezzo alla strada. È quel che è successo a me, ho passato 8 anni a dormire al freddo, anche sullo zerbino di Letizia Moratti, fino a quando lei mi ha ricevuto e sono diventato il suo consulente per le problematiche dei senzatetto e per il piano antifreddo. Prima ero il responsabile delle risorse umane dell’ ipermercato New Florida Discount (57 punti vendita in tutto il nord n.d.r.), questo era il mio lavoro fino al 2004, l’anno in cui l’azienda venne chiusa per bancarotta fraudolenta”. Wainer Molteni, classe 1971, clochard laureato è uno dei cosiddetti “nuovi poveri”, una realtà in continuo aumento. La sua voce, sabato 19 dicembre 2015 diventa testimonianza con “CITY OF PROMETHEUS”, il grande evento teatrale del Teatro degli Incontri diretto da Gigi Gherzi (Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4, ore 18-23, ingresso con sottoscrizione libera).

Un rito di 5 ore tra musica e performance per interrogarci su come si vive nella nostra città, Milano, un momento riflessione pubblica, per scoprire dove vive ancora quel fuoco prometeico fatto di saperi e conoscenze, per capire dove e perché è stato soffocato. Uno spettacolo sulla Milano invisibile, o meglio che decidiamo di non vedere, realizzato da un’ equipe di una cinquantina di attori-cittadini. La seconda tappa di un lavoro iniziato nel 2014 che quest’anno ha coinvolto un gruppo di studenti delle scuole medie superiori, i giornalisti di Qcode magazine, gli adolescenti di una comunità educativa per minori, e gli abitanti di Aldo Dice 26×1, il residence sociale dove Wainer Molteni abita insieme ad altre 227 persone. Un palazzo di settemila metri quadri su sette piani, al confine tra Milano e Sesto San Giovanni, gli ex uffici dell’Alitalia.

Un luogo occupato da due anni, gestito dal sindacato Unione inquilini, il Comitato per il diritto alla casa di Milano e il gruppo Clochard alla riscossa, capitanato da Wainer. “Qui convivono 24 etnie diverse, di cui 54 minori e 43 nuclei famigliari in graduatoria per l’assegnazione della casa popolare: 38 l’hanno già ottenuta”, afferma Wainer. Le regole per stare qui sono chiare: “tutti devono avere il permesso di soggiorno, non si usa la corrente nelle camere, e ci si autotassa con 10 euro a settimana per le spese comuni (chi non può lavora per gli altri). Le quattro cucine sono adisposizione di tutti, ma devono essere pulite dopo l’uso”.

Un luogo dove ritrovare la dignità strappata, un progetto completamente autosostenibile. “Non chiediamo soldi a nessuno, per mantenerci abbiamo qualche piccola entrata dalla trattoria sociale (recensita da Trip Advisor), il Social club dove si fanno concerti jazz e jam session, una palestra, una sala prove, un mercatino usato/baratto, catering e noleggi impianti”.

Un luogo a rischio. “Ci hanno intimato di lasciare il palazzo entro primavera”. Chi ha ordinato lo sgombero ? “La proprietà del palazzo, il Ministero delle Finanze”. Chi sarà con voi a difendere le posizioni? “Per fortuna sono tanti ad esser solidali con noi, tra gli altri c’è anche Majorino, ha dichiarato che questo è un progetto positivo, che va tutelato: ci credo, ospitiamo più di 227 sfrattati, vorrei vedere se non è d’accordo, sai quanti problemi gli risolviamo, a gratis?”.


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